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Dexter – 8×08 – Are We There Yet?

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La cosa peggiore dell’ottava stagione di Dexter è che essa, oltre a non offrire quella chiusura dignitosa che è sacrosanto aspettarsi, è inaccettabile anche se vista come una stagione qualsiasi. A prescindere dalle future svolte che la porteranno alla conclusione, ci sono gravi carenze ai livelli più basilari. Le interazioni tra i personaggi sono fatte talmente male che, se navigando su internet incappassi in una fanfiction del genere, la giudicherei di bassa lega anche per quegli standard, o al massimo mi divertirei a leggerla per il gusto dell’orrido.

Faccio questo discorso perché la sensazione di trovarmi davanti a una scadente fanfiction ultimamente la provo spesso, e “Are We There Yet?” non fa eccezione. Sembra un episodio scritto da un ammiratore sfegatato di Dexter, che lo adora non in quanto personaggio ma come se fosse una persona reale, che vuole solo concretizzare la sua fantasia di vederlo coccolato e benvoluto, fregandosene sia della verosimiglianza che della qualità artistica.

E’ un pensiero che viene spontaneo di fronte alla disputa tra Hannah e Debra, entrambe desiderose di avere l’attenzione del nostro eroe. Il triangolo amoroso è ridicolo in ogni suo elemento e tale assurdità ha radici profonde: deriva da tutta una gestione sbagliata dei personaggi che dura ormai dalla scorsa stagione e per questo è irrimediabile. La storia d’amore tra Dexter e Hannah, a cui gli autori sembrano essersi tanto affezionati, è stata già in precedenza un passo falso, appesantito ancora di più dalla scarsa alchimia della coppia. Già solo per questo, risulta difficile prendere sul serio le scene (innumerevoli in questa puntata, davvero troppe) che cercano di dipingere un Dexter completamente perso nei suoi sentimenti per la donna. Quando poi si ci sofferma su particolari come la sdolcinata fantasia in stile pubblicità del profumo, l’intontimento fin troppo calcato di lui, la mediocrità dei dialoghi (solo banali quando va bene, banali e ripetitivi quando va male. Recitati in modo svogliato sempre), parlarne diventa uno sparare sulla croce rossa. Per chiudere in bellezza, arriva l’interminabile scena di sesso in cui culmina la “tensione” tra le due anime gemelle, che ha luogo proprio durante il loro addio finale, come da tradizione soap-operistica. Anche questa tendenza a trastullarsi più a lungo del dovuto con le manifestazioni d’amore della coppia preferita ricorda parecchio le fanficion adoloscenziali. Inoltre l’addio si rivela tutt’altro che definitivo, visto che il giorno dopo Dexter raggiunge Hannah prima che prenda l’aereo e la implora di restare con lui, togliendo alla loro storia pure la dignità di un finale malinconico.

Il rapporto tra Dexter e Hannah domina la puntata, ma magari i problemi finissero qui. In passato ho già espresso il mio fastidio per l’evoluzione di Debra e la facilità con cui lei ha accettato le azioni del fratello. Se questo era il mio pensiero a inizio stagione, dove perlomeno l’ex poliziotta mostrava ancora delle difficoltà a convivere con la situazione, dopo il quinto episodio (sottotitolato “mio fratello è un serial killer, ma questo non ci impedisce di essere lo stesso una famiglia Mulino Bianco”) ho perso ogni speranza. “Are we There Yet?” è pieno di battutine e commenti che, uscendo dalla bocca di Debra, mi costringono a ripensare a quanto tutto sia scivolato nel ridicolo. Quando si trovano davanti al cadavere della conoscente Cassie, lei gli domanda se sta bene e poi, ricordandosi con chi sta parlando, aggiunge con ironia Why the fuck I even ask? E ancora, quando si lamenta del ritorno di Hannah e viene informata delle sue richieste di aiuto a Dexter, la sua reazione è del tipo “Suvvia, è un’adulta e i suoi omicidi li può anche portare a termine da sola. A te bastano e avanzano i tuoi”.

Abbiamo dunque una Debra del tutto riappacificata con lo stile di vita del fratello, ormai disposta a trattarlo come un hobby bizzarro ma tollerabile. La sua unica preoccupazione è Hannah, anch’essa un’assassina, ma soprattutto una rivale che minaccia di rubarle il suo caro Dexter. O dietro a tutto questo c’è un intento parodistico, o è davvero tutta opera di un fanboy che, stufo di vedere il proprio eroe presentato come un mostro emarginato, vuole mostrarci che in realtà persino per una “persona normale” è possibile apprezzarlo per quello che è. L’apice del delirio lo si tocca nell’Epico Confronto tra le due donne, il cui la contendente bionda spiega alla mora che sotto sotto loro sono simili (entrambe, spinte da “forze superiori” come l’affetto per Dexter, hanno compiuto azioni di dubbia moralità) e che si chiude con una Debra ancora più arrendevole, come se già non fosse stata ammorbidita a sufficienza. La scena tenta di convincerci che in fondo anche Hannah è una fanciulla a posto, capace per giunta di disarmanti discorsi filosofici sull’imperfezione del genere umano. Perché non si può certo permettere al pubblico di pensare che l’adorato protagonista si sia innamorato di una Kattiva. Guai se succede!

Ma non bastava il ritorno del grande amore e la riconciliazione con la sorella. Dexter si trova anche un figlio adottivo: il giovane Zach, che scopriamo essere innocente dell’omicidio di Cassie. Il ragazzo è anzi intenzionato a seguire il Codice e cerca di applicarlo a un assassino “che se lo merita”, per quanto maldestramente (l’elenco dei suoi errori da dilettante è l’unico pezzo della puntata per il quale posso parlare con certezza di umorismo volontario, insieme forse al momento in cui il giovane irrompe nella stanza in cui avviene l’Epico Confronto). Tutto bene quel che finisce bene, e così il nostro Dexter può godersi a una cenetta in famiglia con Zach, Hannah e la dottoressa Vogel, la quale appare sollevata dall’innocenza del pupillo più piccolo e deliziata dalla tenerezza tra gli altri due.

Per fortuna, proprio quando la dose di coccole e improbabile comodità supera ogni limite, arriva un colpo di scena. “Are We There Yet?” si conclude infatti con Dexter che trova in casa il cadavere di Zach, assassinato con la procedura del Brain Surgeon. Subito dopo la telecamera si sposta nella residenza della dottoressa Vogel, intenta a esaminare un barattolo contenente della materia cerebrale. Questo significa che la mia speranza di vederla vestire i panni del Big Bad stagionale (l’unico ruolo in cui può funzionare, perché come semplice madre e consigliera è inutile e noiosa) non è ancora perduta. Tale notizia mi risolleva un po’ il morale, ma è una piccola scintilla preceduta da fin troppa immondizia. Anche il “Meh” è un voto che va guadagnato, e a questo episodio servirebbe qualcosa di più.

 

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O almeno questo è il voto che si merita la puntata se si cerca ancora di guardare Dexter come una serie drammatica. Vista come stupidata priva di senso su cui farsi quattro risate, rischia invece di beccarsi un

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Ma solo se si è disposti a sorvolare sulla gran mole di parti noiose.

 

Note:

  • Jacob Elway alla fine si è convinto che Hannah è in città e sembra deciso a darle la caccia. Siete preoccupati quanto lo sono io? (Sarcasmo).

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