Con una persistente aura di cancellazione dovuta alla situazione semi-disperata di NBC e ad ascolti insoddisfacenti (ma si spera sempre in un salvataggio esterno), Hannibal si decide a soddisfare le voglie latenti dello spettatore. Tra i commentatori di Serialmente c’è chi chiedeva più Hannibal in azione, chi voleva Will & Hannibal assoluti protagonisti, chi sperava in uno sbilanciamento che cominciasse a indebolire la posizione finora inattaccabile del dottor Lecter. È arrivato tutto con una portata saporita come questo ”Fromage”. Il problema è che il profumo persistente di cancellazione, tipico di ogni buon formaggio francese sottovalutato per l’eccessivo olezzo, rischia di confondere le idee: tirare verso un finale provvisorio o mettere la parola fine nelle cinque puntate rimanenti?
Every person has an intrinsic responsibility for their own life, Hannibal.
Se di cancellazione si deve perire, viene quasi da sperare che Fuller e soci non tirino fuori altri episodi invitanti ma non risolutivi come questo. Dopo un buon primo arco narrativo e una carrellata di serial killer ora deludenti, ora visionari, arriva un’ottima portata. Tobias Budge l’hanno sventolato sotto il naso dello spettatore già nello scorso episodio, ma ci voleva l’empatia di Will Graham per smascherare con una semplice occhiata l’ennesimo killer di Baltimora. Sarà anche una città piccola come dichiarato in puntata (circa 620.000 abitanti) ma televisivamente parlando siamo più in odore di Maine che di Maryland.
Come ogni dettaglio ossessivamente rifinito e lucidato, anche “il suo design” non manca di una macabra venatura hobbystica. Quando sbudellare gatti e / o essere umani per ottenere ottime corde per strumenti musicali non basta più, a chi non verrebbe in mente di provare strade alternative per ottenere un suono più chiaro e profondo? Magari utilizzando le corde vocali accuratamente trattate di un povero orchestrale.
Stavolta però il punto focale non è la cattura dell’assassino né il disvelamento della sua identità; è evidente fin da subito che si tenta di parare altrove. Quando Budge ha messo in scena la sua perfomance, sapeva di doversi aspettare una visita dallo FBI.
Il vero punto della questione è a chi era destinato questo suo spettacolino, ovvero al dottor Lecter. Il tentativo palese di Tobias è diventare il BFF di Hannibal, con le buone o le cattive. Come Hannibal abbia capito che anche l’amico del suo paziente più molesto avesse certi svaghi ricreativi rimane incerto, mentre il musicista pare saperne molto sulle attività passate del Chesapeake Ripper, mostrandoci come la posizione del gourmant sia più insidiosa di quanto finora supposto. O la comunità di assassini seriali di Baltimora e dintorni è così ridotta che tutti si fanno gli affari di tutti.
Hannibal però non sembra molto allettato all’idea di stringere amicizia con Tobias, pur riconoscendone la comunanza di passioni e intenti. Non manca il pranzetto di rito ma dalla sua espressione se ne ricava quasi fastidio, intervallato a un lento alternarsi di mosse più o meno omicide sui due lati della tavola. Tobias vuole la sua amicizia o la sua morte, Hannibal sembra proiettato sul classico “Eat the Rude”. Cosa manca a questo rapporto per poter funzionare, specie dopo un’intera puntata dedicata a ritrarci la solitudine estrema dello psicopatico seriale e il suo desiderio di contatti umani oltre il culinario?
Well, it’s our song!
Tobias Budge non è Will Graham, ecco cosa gli manca. Sembra quasi retorica, ma questo “Fromage” affonda la lama nel residuo emozionale dello psicopatico perfetto, di cui finora avevamo scorto solo la vanità e il continuo bisogno di attenzione sul suo operato.
Hannibal cerca un’amicizia con persone che considera alla sua altezza, in grado di capirne motivazioni e intenti ma al contempo non corrotte dall’impulso alla violenza (o capaci di provarne rimorso). Non a caso questa descrizione corrisponde ai due legami umani a cui si dedica con maggior trasporto. La dottoressa Du Maurier sembra quasi lo specchio su cui Hannibal calibra le sue reazioni “normali”, anche se non è ben chiaro fino a che punto lei sia all’oscuro del suo operato e quanto lui tenti di penetrarne la rigida atmosfera professionale. Gillian Anderson è una figura da ammirare ed emulare nel suo nascondino con la polizia, ma un rapporto oltre lo schema medico-paziente sembra irraggiungibile.
Will Graham invece è a portata di mano ed è già affascinato da Hannibal, da cui dipende come paziente. In cerca di un’ancora di salvataggio oltre i motori e i cani, Will finisce per baciare Alana, un bacio che sembra più che altro la tattica distrattiva di cui parlava lei stessa qualche episodio fa. Voi come la distrarreste una collega a cui risulta chiaro che soffrite di allucinazioni uditive?
Secondo Hannibal, Will cerca un ancoraggio emotivo con Alana per reagire al sua condizione sempre più instabile. Tuttavia il suo ancoraggio sembra sempre più casa Lecter, raggiunta dopo un’ora di guida nella neve per parlare di un bacetto, reazioni che manco un quindicenne. Non che quella di Hannibal sia più matura quando Will accenna alla “canzone” (un’allucinazione musicale del suono prodotto dal cadavere) condivisa con Tobias.
Possiamo parlare di gelosia? Data l’avventatezza con cui Hannibal indirizza Will verso l’assassino e morte quasi certa, pare piuttosto evidente che il dottor Lecter apprezzi la comprensione che Will ha del suo lato oscuro, tanto da non voler condividere con altri gli incubi e le intuizioni di Graham.
L’incrinatura nel contegno sempre calibrato di Hannibal si riflette anche nel suo confronto finale con Tobias, che lo vede per la prima volta in seria difficoltà, ferito, spettinato e (orrore!) con l’ufficio devastato e pieno di cadaveri non pianificati. Per ripicca verso Tobias gli nega il piacere di uccidere Franklin, che a quanto pare aveva l’intrinseca abilità di volere serial killer come amici…bel dono di merda, poi ci credo che uno diventa nevrotico e sovrappeso.
La reazione scomposta e vendicativa di Hannibal sembra però dovuta soprattutto al malinteso che lo porta a pensare che il suo prezioso esperimento psicologico sia andato distrutto nello scantinato di Tobias. Anche se, seriamente, uno deve essere allucinato forte per entrare nella più classica delle cantine degli orrori ben sapendo di trovarci un tizio che tenta di suonare le corde vocali altrui.
Hannibal ne esce acciaccato, solo grazie all’ammiccante statua di cervo che occhieggiava nel suo ufficio sin dal pilota. Così l’episodio si conclude con la calata (letterale) dell’ennesima metafora insistita sul cranio di Tobias e dello spettatore che non sopporta l’approccio leccatissimo della storia.
Invece per lo sparuto pubblico che pare apprezzarne l’estrema puntigliosità tecnica, Fromage non può che essere un buon episodio. Il rapporto tra Will e Hannibal è il centro focale dell’attenzione dell’episodio e del cannibale, stavolta invischiato in una situazione autenticamente rischiosa.
A fine episodio Hannibal suona una nota, a ristabilire l’armonia musicale con Will, il suo gioco al rilancio da dietro le quinte e di supporto al suo fianco. Tuttavia per quanto il materiale sia buono, non risulta risolutivo per lo sviluppo orizzontale della serie, già stretta tra mille incertezze. Bene così, ma ora c’è bisogno di uno spunto decisivo e irreversibile.
- Sono sicura che per una certa fascia di pubblico, “I was worried you were dead” di Hannibal con sguardo sentitamente preoccupato rivolto al redivivo Will possa costituire quel tipo di spunto irreversibile di cui parlavo, almeno nel rapporto tra i due protagonisti.
- La tecnica letale di Tobias vuole essere un omaggio al celebre assassino di “Blow Out”. Mai uno che si limiti a spararti addosso.
- QUI i disegni preparatori per la cenetta di questo episodio, bruscamente interrotta dalle turbe amorose di Will. Hannibal, quanta pazienza!
- Insaziabili? QUI il twitter di Bryan Fuller, che fornisce per ogni episodio tonnellate di materiali extra, bozzetti, dietro le quinte. Spesso risponde anche alle domande dei fan sugli episodi. Se vi piace l’attenzione maniacale al dettaglio della serie, non potete lasciarvelo sfuggire! Solo attenzione in timeline agli spoiler subito dopo la messa in onda americana.
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